giovedì, aprile 29, 2010

UE-Balcani: Frattini, verso accordo per Conferenza Sarajevo


Per l’Italia i Balcani occidentali nel loro processo di avvicinamento verso l’Europa sono una priorita’. Nell’ambito di questa strategia si svolge la missione del Ministro degli Esteri Franco Frattini che a sole due settimane dalla sua visita in Albania e Bosnia, sara’ tra oggi e domani in Serbia e Kosovo. Il Ministro, oltre ad incontrare le piu’ Alte autorità locali, svolgera’ anche un intervento davanti al giovane parlamento kosovaro riunito per l’occasione in seduta solenne.

Tra gli obiettivi della missione, in vista della conferenza Ue-Balcani in programma il 2 giugno a Sarajevo, ci sara’ quello di trovare una soluzione per assicurare la contemporanea presenza al tavolo delle due delegazioni, serba e kosovara.

In Serbia, il Ministro Frattini avra’ colloqui con il Presidente serbo Boris Tadic, il Vicepremier Bozidar Djelic, incaricato per l’integrazione europea, e il Ministro degli esteri Vuk Jeremic, con i quali discuterà i principali temi dell’attualità europea e regionale, oltre ai rapporti bilaterali.

In Serbia l’Italia e’ risultata nel 2009 il terzo partner commerciale dopo Russia e Germania. Con la missione a Belgrado del ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, e’ stato istituito il Business Council italo-serbo per favorire i contatti tra gli investitori. Energia, infrastrutture e auto i settori privilegiati.

In Kosovo, Frattini vedra’ il Presidente Fatmir Sejdiu, il Premier Hashim Thaci e il Ministro degli Esteri Skender Hyseni, prima di intervenire all’Assemblea nazionale e di incontrare i vertici internazionali. Nella repubblica balcanica, l’Italia e’ impegnata nell’implementazione delle istituzioni democratiche, con la partecipazione alla missione civile europea Eulex, ed e’ presente con circa 1400 militari nella missione di peacekeeping Kfor.


Si va verso una "soluzione tecnica" che permetta di trovare un accordo tra Kosovo e Serbia "affinché tutti possano contribuire al successo della Conferenza internazionale" UE-Balcani del 2 giugno a Sarajevo, "in piena dignità e rispetto per ciascun partecipante". Lo ha detto il Ministro Franco Frattini nel corso della sua missione in Serbia e Kosovo. L’Italia ha infatti proposto che i due Paesi siedano al tavolo di Sarajevo secondo il modello 'Gymnich', dove si può “prendere la parola ognuno per sé, ognuno in quanto tale” e non come Paese. E sia il Kosovo sia la Serbia, ha annunciato il Ministro, si sono detti disponibili a questa formula.

Alla Conferenza di Sarajevo ci saranno anche rappresentanti di USA, Russia, Turchia e di importanti organizzazioni internazionali. Il significato della conferenza, ha spiegato Frattini, sarà di “confermare che i Balcani occidentali non hanno altra alternativa a quella di aderire gradualmente all'Unione europea”. E l’Europa “deve prendere l’iniziativa” altrimenti “ci saranno forze centrifughe che porteranno la regione verso altri centri”.

L’Italia è il principale sponsor dell’ingresso della Serbia nell’UE. A Belgrado, incontrando il Presidente serbo Boris Tadic, il Vicepremier Bozidar Djelic e il Ministro degli Esteri Vuk Jeremic, Frattini ha puntualizzato che il Kosovo non deve essere una condizione per l'ulteriore cammino della Serbia verso l'Unione europea. Poi, ha ribadito che l’obiettivo è che per l’inizio del 2011 vi sia una decisione sullo status di Paese candidato. Al tempo stesso, ha aggiunto, “dobbiamo decidere la ratifica dell'Accordo di Associazione e Stabilizzazione (ASA) tra la Serbia e l’UE, che è sospeso, e “l'Italia vuole essere il primo Paese europeo a ratificare l'ASA dopo il via libera della Commissione”. Il Ministro Jeremic ha ringraziato ancora una volta il collega Frattini e il governo italiano per il costante appoggio dimostrato per l'integrazione europea della Serbia.

Per quanto riguarda i rapporti bilaterali, Frattini ha assicurato: “Vogliamo mantenere il primo posto come partner commerciale” raggiunto quest'anno. Di rapporti “ottimi” ha parlato anche Jeremic: “Abbiamo convenuto di accelerare la collaborazione politica ed economica - ha affermato - ed è un piacere confermare che il secondo vertice italo-serbo si terrà a Belgrado in ottobre”. E L'Italia apprezza molto l'idea della Serbia di un progetto '2020' per lo sviluppo economico dei Balcani, ossia una strategia regionale in linea con le priorità adottate dalla strategia Ue2020, ha spiegato Frattini dopo l’incontro con il vicepremier serbo Djelic.

Anche “il futuro del Kosovo è nell’Unione Europea”, ha detto a Pristina il Ministro Frattini, ricordando ai vertici kosovari che "l'Italia ha da sempre sostenuto il Kosovo, anche in momenti difficili”. Il primo passo è di "fare ogni sforzo per arrivare il prima possibile a un accordo commerciale tra l'UE e il Kosovo" e di concedere la liberalizzazione dei visti ai cittadini kosovari "non appena tutte le riforme richieste saranno state implementate”. Sul fronte dei rapporti bilaterali, “l’Italia è il secondo partner commerciale tra i paesi europei ma vogliamo fare di più”. Per questo “la prossima settimana il viceministro con delega al commercio Estero Adolfo Urso verrà qui a Pristina con una delegazione di imprenditori italiani per rafforzare la presenza dei nostri investimenti”.

martedì, aprile 27, 2010

Ti telefono o no?


Il Kosovo è riconosciuto per il momento da una sessantina di Stati, si trova ancora sotto la tutela di una missione a guida europea (Eulex) e di un'altra internazionale sotto l'eguida delle Nazioni Unite (Unmik) le quali peraltro sono neutrali sotto il profilo dello status: ovvero si applica ancora la famosa risoluzione n. 1244 secondo cui - almeno de jure - il Kosovo è ancora provincia di Belgrado.


Il problema è noto: la provincia - che ha dichiarato unilateralmente la propria indipendenza - non ha di fatto alcuna sovranità sulla parte settentrionale del proprio territorio, abitato in maggioranza da serbi, ovviamente fedeli a Belgrado e per i quali il nuovo Stato semplicemte non esiste.

Queste persone lavorano per aziende serbe, guardano la televisione serba, leggono i giornali di Belgrado, seguono il campionato di calcio serbo (digressione: ma il Kosovo lo organizza un campionato di calcio?) e parlano al telefono cellulare. Con un operatore serbo e un numero serbo(forniti da Telekom Srbija o Telenor).

Non usano la compagnia telefonica kosovara per le ragioni già esposte.

Questo avveniva fino allo scorso weekend ma ad un certo punto il segnale è scomparso.

E' successo che le autorità kosovare hanno distrutto i ripetitori delle compagnie serbe: se sei nel Kosovo indipendente, allora parli al telefono solo con la compagnia nazionale, le altre sono illegali - almeno secondo l'Agenzia kosovara delle telecomunicazioni.

Tutti i serbi (quelli a sud del fiume Ibar) "al buio". Nel weekned. Senza preavviso.

Posto che molti hanno solo l'utenza cellulare vuol dire essere isolati.

Non poter cambiare un medico o un'ambulanza.

Si può avere qualunque posizione sul kosovo e sul suo status ma certe cose non si fanno.

Soprattutto non le fa uno Stato.

Ma neppure dovrebbe farle un quasi Stato.

Adesso si vedrà se la comunità internazionale, che non dimentichiamo il nuovo Kosovo lo ha creato, avrà (come spero) qualcosa da dire.

Se non lo farà avremo una prova ulteriore che le nostre (occidentali) tasse sono spese male e i nostri bravi militari sono utilizzati anche peggio.

Bandiera della Jugoslavia che fu