venerdì, maggio 25, 2007

Serbia: condannati gli assassini di Djindjic



Belgrado, 24 mag. - Si è concluso nella capitale serba un processo importantissimo per il popolo balcanico che ha seguito con attenzione gli aggiornamenti del dibattimento durato tre anni e mezzo, iniziato nel dicembre 2003 in seguito all’omicidio del premier liberale Zoran Djindjic. Alla fine i due principali imputati, Milorad Ulemek e Zvezdan Jovanovic sono stati riconosciuti colpevoli dalla Corte Speciale per il Crimine Organizzato, presieduta dal giudice Nata Mesarevic, e condannati a 40 anni di carcere, il massimo della pena prevista dal nuovo codice penale serbo varato lo scorso anno. Ulemek è stato riconosciuto come la mente dell’attentato, mentre Jovanovic è stato l’esecutore materiale del delitto, avvenuto il 12 marzo 2003 all’esterno del palazzo del parlamento serbo.

La vittima, Zoran Djindjic è stato il primo ministro del governo serbo dopo la caduta di Slobodan Milosevic: liberale, filo-occidentale, è riuscito a guidare la coalizione ODS (Opposizione Democratica Serba) alla vittoria netta delle elezioni politiche del 2000. Riuscì a gestire un periodo di transizione per una terra messa in ginocchio da una guerra che distrusse la maggior parte delle infrastrutture, rese le città della ex-Jugoslavia come un colabrodo, logorò nell’animo il popolo serbo. Dopo aver alimentato le speranze di una ripresa economica e sociale, e aver consegnato alcuni dei super-ricercati per crimini contro l'umanità al Tribunale dell’Aia, Djindjic trovò la morte, il 12 marzo 2003, uscendo dal Parlamento serbo. Al suo funerale partecipò una folla sconvolta e commossa, cinquecentomila persone che temevano una ricaduta nell’oblio della guerra.

Il processo è iniziato nel dicembre dello stesso anno, ed è durato tre anni e mezzo, un’udienza infinita che ha saputo superare tutti gli ostacoli di questi ultimi mesi: la sostituzione del giudice e del procuratore, problemi tecnici, tentativi di ostruzione da parte della difesa, gli omicidi di un testimone e di un pentito morti in circostanze misteriose. Ieri mattina durante la lettura della sentenza erano presenti il presidente serbo Boris Tadic e tutti i ministri del governo presieduto da Djindjic.

Due dei dodici imputati, Julemek e Jovanovic, sono stati condannati a 40 anni di carcere; gli altri, cinque dei quali sono ancora latitanti, hanno ricevuto condanne minori ma comunque dure, tra gli 8 e i 35 anni. Tra questi si annoverano membri del corpo di polizia speciale di Slobo Milosevic, i “Berretti rossi” e unità del cosiddetto Clan di Zemun; sostanzialmente sono stati riconosciuti colpevoli solamente gli esecutori e gli organizzatori del progetto criminale, ma purtroppo sono rimasti impuniti i veri mandanti dell’omicidio, che hanno agito con chiari scopi politici.

lunedì, maggio 21, 2007

Jelena regina di Roma


Jelena Jankovic ha vinto gli open di tennis di Roma, forse il torneo più importante dopo gli slam.

Complimenti!

Bandiera della Jugoslavia che fu