Memoria, memorie
Oggi, giorno della memoria, riporto una (bella) notizia proveniente da Bruxelles.
Proclamare l’11 luglio il giorno della memoria per il genocidio di Srebrenica, per rendere omaggio ai circa ottomila uomini e ragazzi musulmani che vennero massacrati dalle milizie serbo-bosniache: è quanto propone il Parlamento Europeo con una risoluzione approvata con una maggioranza schiacciante.
Il Parlamento “manifesta il suo pieno appoggio al valido e difficile lavoro del Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia e sottolinea che consegnare alla giustizia i responsabili dei massacri di Srebrenica rappresenta un’importante progresso per la pace e la stabilità nella regione”.
Mi permetto di aggiungere che la memoria è un valore fondamentale di convivenza e crescita democratica, ma non può prescindere dalla giustizia, altrimenti diventa soltanto un modo per cercare di ripulirsi la coscienza.
La giustizia va perseguita, con caparbietà e rispetto delle regole.
E ben venga il fatto che ieri la Corte Penale Internazionale, primo tribunale internazionale della storia (istituito nel 1998) ha istruito il suo primo processo.
Un'istituzione nuova, importante, ancora oggi sabotata da tanti grandi paesi (Stati Uniti, Russia, Cina, Israele e purtroppo molti altri) ancora refrattari al rischio che i propri cittadini possano essere chiamati a rispondere davanti ad un Tribunale Internazionale (competente a conoscere a conoscere dei crimini di guerra e contro l'umanità).
Eppure è un passo importante, forse decisivo: e rappresenta il modo migliore di onorare il giorno della memoria, di tutte le memorie, delle tante vittime innocenti brutalmente assassinate dal Male, banale cinico e con tanti volti, dal campo di Auschwitz alle strade martoriate di Sarajevo, Srebrenica e di tanti altri posti di cui non conosciamo neppure il nome, che questo male lo stanno vivendo anche in questo momento.