mercoledì, dicembre 27, 2006

I Fantasmi del castello (di Lubiana) - Izbrisani -



Quante volte da bambini ci siamo posti la domanda: “i fantasmi esistono”? Certo che no, e poi non nella nostra Unione Europea, baluardo irriducibile di diritti umani e civili, dove ogni cittadino vive beatamente all’ombra dei diritti che gli sono garantiti dal Trattato di Roma e dalle sue successive modifiche.
Ma ne siamo davvero sicuri?
Se guardiamo più attentamente, scorgiamo che la situazione è lievemente diversa, e proprio in quell’unico “pezzo” di ex Jugoslavia che ha avuto accesso al “salotto buono” di Bruxelles, ovvero la Slovenia.
Qui vivono quasi 20.000 persone, già cittadini jugoslavi, i quali non hanno ricevuto la cittadinanza slovena, (molti di essi non hanno fatto a tempo a regolarizzare la propria posizione dopo l’indipendenza del piccolo Stato dalla Jugoslavia) e (soprav)vivono senza alcun diritto riconosciuto, (lavoro, abitazione, contributi, assistenza sanitaria), in una situazione di assoluta precarietà e con lo spettro di un’espulsione verso un’altra delle repubbliche ex jugoslave (dove molti di essi non hanno mai neppure vissuto).
Questa situazione perdura da più di un decennio, ma solo recentemente è stata portata a conoscenza dell’opinione pubblica e delle istituzioni europee.
La questione potrebbe sembrare secondaria ma non è così.
Chi ha un’idea di Europa che vada oltre gli aspetti economici deve pretendere che l’Unione Europea si connoti sempre più come un centro di protezione, tutela e promozione dei diritti civili ed umani.
Questi principi non possono incontrare deroghe, e da Bruxelles è lecito aspettarsi la tanto declamata “tolleranza zero”.
Stare in questa Europa è un beneficio, sia a livello politico che economico, ma comporta oneri che non si possono tralasciare.
Il prossimo primo gennaio la Slovenia metterà in circolazione l’euro (primo Paese ex comunista in assoluto ad adottare la moneta unica), e nel 2008 sarà Presidente di turno dell’Unione Europea.
Ragioni in più per applicarne la normativa fondamentale.
E poi un po’ di decenza non guasta mai.

Bandiera della Jugoslavia che fu