mercoledì, ottobre 13, 2010

Schifo, pena e rabbia


Non c'è molto da dire.
Chi conosce la situazione serba sa che da qualche anno è in corso una dura battaglia tra lo Stato e gli ultimi irriducibili del nazionalismo peggiore, quello xenofobo, violento ed eversivo.
Che ha i suoi movimenti politici ed il suo braccio armato, le tifoserie calcistiche organizzate.
Sono loro quelli che hanno ucciso Taton, che linciano gli stranieri per strada, che hanno devastato Belgrado nel 2008 e domenica scorsa in occasione del "Gay Pride".
Volevano la mondovisione, ieri sera l'hanno ottenuta.
Hanno - ancora una volta - umiliato profondamente il loro bellissimo Paese e la gente meravigliosa che lo abita o che ne è figlia orgogliosa anche da lontano.
Sentire il pubblico italiano che fischiava con rabbia l'inno serbo è stato un momento di grande dolore per tanti di noi (anche se il clima di paura e rabbia creato da quegli umanoidi può rappresentare un attenuante).
Hanno vinto loro, hanno perso le autorità serbe e quelle italiane.
Ma forse è la loro ultima vittoria.

Forza Serbia

Bandiera della Jugoslavia che fu