
Seppure a distanza di qualche giorno dall'evento (risalente già allo scorso 4 novembre) mi sembra opportuno sottolineare l'importanza e la forza della visita del presidente serbo Tadic a Vukovar.
Sono stato in quella città, e ne porto ancora un ricordo indelebile.
Camminare a Vukovar, ancora oggi, significa ritrovarsi faccia a faccia con la follia umana, sentirne l'odore, percepirne l'angoscia.
Pochi nel nostro paese ricordano l'agonia di questa città, una volta ricca e piena di vita.
Vukovar, assediata per oltre tre mesi, isolata dal mondo, bombardata.
E infine il 18 novembre del 1991 conquistata. Deportati i suoi abitanti, uccisi i suoi ultimi difensori. E i suoi feriti, e molti dei suoi civili.
Allora dall'altra parte del fiume giunsero i barbari.
Oggi un presidente che viene a esprimere pentimento e rispetto per le vittime, ed è accolto da un altro presidente che esprime lo stesso sentimento.
Quel fiume tornerà ad unire, se le sue sponde saranno presidiate da uomini di buona volontà.