mercoledì, ottobre 14, 2009

Belle notizie da Bruxelles...



Nella giornata di ieri la Commissione Europea, nella persona del Commissario Olli Rehn, ha presentato il rapporto annuale sull'allargamento dell'Unione.
Per i paesi dei Balcani le notizie sono buone, si può dire che sono stati promossi, con le eccezioni del Kosovo e in parte della Bosnia.
La Croazia ricomincia a correre spedita verso la Ue, la Macedonia può cominciare i negoziati.
Dal 2010 scompaiono i visti per Serbia, Macedonia e Montenegro subito, per Bosnia e Albania un pò oltre.
Si auspica che l'Unione sblocchi l'accordo di associazione con la Serbia (pare che l'ostruzionismo olandese sia ormai politicamente isolato), si esprime preoccupazione sulla situazione in Kosovo, (carente in materia di stato di diritto, lotta alla criminalità organizzata e rispetto dei diritti delle minoranze) si riscontrano problemi in Bosnia, paese bloccato dall'incapacità della propria classe politica di immaginare un futuro condiviso.
Ecco un estratto del rapporto, consultabile interamente sul sito della Commissione: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/09/1519&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=en

Il processo di allargamento dell'UE: un anno di progressi nei Balcani occidentali e in Turchia
Oggi la Commissione ha adottato la sua strategia annuale sull'allargamento dell'UE. La comunicazione evidenzia i progressi verso l'integrazione europea compiuti nell'ultimo anno dai Balcani occidentali e dalla Turchia malgrado la crisi economica che ha colpito l'intero pianeta e individua le sfide principali che questi paesi dovranno affrontare nei mesi e negli anni a venire. In considerazione dei progressi compiuti, la Commissione ha deciso di raccomandare l'apertura di negoziati con l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia. Nel 2010 la liberalizzazione dei visti nei Balcani occidentali progredirà in misura considerevole, segnando un decisivo passo avanti per la regione.
Nel 2009 ricorre il 20° anniversario della caduta del muro di Berlino e il 5° anniversario dell'allargamento dell'UE all'Europa centrale e orientale. La prospettiva di aderire all'UE costituisce tuttora un forte incentivo ad attuare le riforme politiche ed economiche e consolida la pace e la stabilità. È nell'interesse strategico dell'Unione che questo processo non perda mordente, nel rispetto dei principi e delle condizioni convenuti.
L'attuale processo di allargamento dell'UE si svolge nell'ambito di una recessione grave e generalizzata, che ha colpito sia l'Unione sia i paesi interessati dall'allargamento. Le vertenze bilaterali non devono ostacolare il processo di adesione e devono essere risolte dalle parti interessate.
L'ex Repubblica iugoslava di Macedonia ha compiuto notevoli progressi e ha ampiamente realizzato le priorità fondamentali del partenariato di adesione. Ritenendo che il paese soddisfi in misura sufficiente i criteri politici stabiliti dal Consiglio europeo di Copenaghen del 1993 e nell'ambito del processo di stabilizzazione e di associazione, la Commissione ha pertanto deciso di raccomandare l'apertura di negoziati di adesione.
Nel presentare il pacchetto sull'allargamento, il commissario per l'allargamento Olli Rehn ha dichiarato: "La strategia di allargamento che presentiamo oggi dimostra il nostro impegno nei confronti del futuro europeo dei Balcani occidentali e della Turchia. In questo difficile contesto di crisi economica, le domande di adesione dell'Albania e del Montenegro sottolineano il costante potere di attrazione dell'Unione e il nostro ruolo nel promuovere stabilità, sicurezza e prosperità. La candidatura dell'Islanda conferisce una nuova dimensione al nostro programma di allargamento."
L'esenzione dall'obbligo di visto per i cittadini dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, del Montenegro e della Serbia, che entrerà in vigore all'inizio del 2010, porterà loro vantaggi tangibili. Entro la metà del 2010 la Commissione presenterà proposte per l'Albania e per la Bosnia-Erzegovina, purché questi paesi rispettino le condizioni stabilite.
Riguardo alla Turchia, il commissario Rehn ha inoltre dichiarato:
"La Turchia ha rinnovato il suo impegno a favore delle riforme politiche. I progressi dei suoi negoziati di adesione dipendono da questo impegno, specie per quanto riguarda il consolidamento delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto. Ci rallegriamo delle recenti consultazioni su un'importante iniziativa curda, da cui mi auguro scaturiranno azioni concrete a favore dei diritti di tutti i turchi."
"Considero incoraggianti i passi storici che la Turchia e l'Armenia hanno appena compiuto per normalizzare le loro relazioni e mi auguro che questo processo porti appena possibile a una normalizzazione totale."
La Croazia ha registrato buoni progressi in termini di conformità con i parametri stabiliti nei negoziati di adesione e i negoziati sono formalmente ripresi dopo l'accordo politico tra Slovenia e Croazia sulla gestione della questione frontaliera. La Croazia deve portare avanti il programma di riforme, in particolare per quanto riguarda il riordino del sistema giudiziario e della pubblica amministrazione, la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata e i diritti delle minoranze. Se la Croazia soddisferà in tempo tutti i parametri restanti, i negoziati di adesione potrebbero concludersi l'anno prossimo.
Il Montenegro ha chiesto di aderire all'UE nel dicembre 2008 e la Commissione sta preparando un parere, come richiesto dal Consiglio. Le elezioni politiche hanno rispettato quasi tutti gli standard internazionali. Il rafforzamento della capacità amministrativa e il consolidamento dello Stato di diritto rimangono obiettivi prioritari.
L'Albania ha chiesto di aderire all'UE in aprile. La Commissione è pronta a elaborare il suo parere non appena il Consiglio glielo chiederà. Le elezioni politiche hanno rispettato la maggior parte degli standard internazionali. Il consolidamento dello Stato di diritto e il buon funzionamento delle istituzioni statali rimangono obiettivi prioritari.
La Bosnia-Erzegovina deve urgentemente accelerare le riforme fondamentali. Per il futuro europeo del paese è necessario che i dirigenti adottino una strategia condivisa sulla direzione globale del paese e manifestino la volontà politica di rispettare i requisiti per l'integrazione europea e le condizioni stabilite per la chiusura dell'OHR.
La Serbia ha dimostrato il suo impegno ad avvicinarsi all'UE costituendo un track record di applicazione delle disposizioni dell'accordo interinale con l'UE e intraprendendo riforme fondamentali. Vista la costante cooperazione con l'ICTY, la Commissione ritiene che l'accordo interinale debba ora essere applicato dall'UE. La Serbia deve dimostrare un atteggiamento più costruttivo riguardo alle questioni inerenti al Kosovo.
In Kosovo[1], la stabilità si è mantenuta, ma rimane fragile. La missione UE per lo Stato di diritto EULEX è stata estesa a tutto il paese ed è pienamente operativa. Il Kosovo deve tuttavia affrontare notevoli sfide, anche per quanto riguarda la garanzia dello Stato di diritto, la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, il rafforzamento della capacità amministrativa e la protezione dei serbi e delle altre minoranze.
In un documento separato, la Commissione propone di avvicinare all'UE i cittadini kosovari, anche tramite un dialogo sui visti nella prospettiva di un'eventuale liberalizzazione del regime dei visti quando saranno state intraprese le riforme necessarie e risulteranno soddisfatte le condizioni fissate.
La Commissione propone altresì di estendere il regime commerciale preferenziale ("misure commerciali autonome") attualmente applicato al Kosovo e, quando il Kosovo si sarà conformato alle condizioni previste, proporrà direttive di negoziato per un accordo commerciale.

[1] Ai sensi dell'UNSCR 1244/99.

Bandiera della Jugoslavia che fu