Serbia senza pride
Così alla fine non se ne fece nulla.
Parliamo del Gay Pride, la manifestazione che sarebbe dovuta avvenire ieri nel centro di Belgrado.
Da giorni il tema monopolizzava l'attenzione della stampa, dell'opinione pubblica e del mondo politico.
Secondo uno schema purtroppo simile a quello italiano, i partiti progressisti appoggiavano la manifestazione, che era invece avversata e addirittura minacciata senza mezzi termini dai partiti di destra, dai movimenti nazionalisti e neonazisti e dalla chiesa ortodossa.
E alla fine hanno vinto questi ultimi.
Ancora una volta la Serbia (come già capita negli altri Stati della regione) si è fatta mettere sotto scacco da una minoranza violenta e reazionaria (per intenderci, gli stessi delinquenti che hanno devastato il centro di Belgrado dopo la dichiarazione di indipendenza del Kosovo).
Il ministro dell'interno Dacic ha dichiarato che non potevano essere garantite adeguate condizioni di sicurezza alla manifestazione, proponendo agli organizzatori di spostarla in periferia. Ovvio il successivo rifiuto di questi ultimi.
Quindi lo stato ha ammesso di non essere in grado di tutelare nemmeno una manifestazione pubblica, e questo è imbarazzante.
La manifestazione aveva anche ricevuto l'investitura della Presidenza di turno (svedese) dell'Unione Europea che aveva rilasciato la seguente dichiarazione:
"The Parliament of Serbia this year adopted an Anti-discrimination law providing protection against discrimination on a number of grounds, including sexual orientation and gender identity.In its capacity as EU Presidency, Sweden welcomes the adoption of this law as well as the commitment of the Government of Serbia to the protection of all people, regardless of their sexual orientation or gender identity. The Presidency also welcomes the clear commitment of the Serbian Government to ensure the LGBT people’s right to freedom of assembly and expression and in particular its intent to secure the necessary protection of 2009 Belgrade Pride. The Presidency underlines the importance of the continued support for – and solidarity with – the LGBT people in Serbia. All over the world, many individuals are continuously discriminated against, overtly and systematically, based on their sexual orientation and gender identity often with impunity. Any discrimination on the grounds of sexual orientation and gender identity must be condemned and rejected as being incompatible with the basic principles and values on which the EU is founded: equal opportunities and human rights. Every individual is entitled to the rights and freedoms set forth in the Universal Declaration of Human Rights, without distinction of any kind. It is the very essence of European values".
Un'altra occasione di dimostrare che c'è una Serbia moderna democratica ed europea è stata perduta, e questo è sicuramente il rimpianto principale.
10 Comments:
La Serbia ha addottato questa "Anti-discrimination law" e direi che cosi si è adattata al livello europeo.
Adesso che per dimostrare di essere un paese democratico e degno dell UE si misura dalla GayPride è davvero ridicolo (se non assurdo).
Usare i "Gay" come misurino di democrazia e di modernità, ma siamo completamente rincretiniti!!!!
Sono sicura che ci sono un sacco di città nell'UE dove la risposta alla GayPride sarebbe simile a quella di Belgrado.
il misurino non sono i gay, quanto il "movimento" nazionale-religioso-ultraconservatore, ecc,ecc. che ha impedito la manifestazione, purtroppo è vero che in paesi come italia e polonia sicuramente si producono situazioni simili, ma questo non migliora la figuraccia di belgrado.
peppe
No, non è quello il senso.
La Serbia si è coperta di ridicolo non perchè la manifestazione fosse quella dei gay.
Avrebbe potuto anche essere il circolo filatelico, o gli adoratori del fantasma senza testa di re lazar, il problema è un altro.
Nel 2009 non esiste che si annulli una manifestazione perchè lo Stato (lo Stato!) non è in grado di garantirne la sicurezza.
Per di più quando il "nemico" sono qualche centinaio di delinquenti.
Ieri il 24 sata titolava: "Dobrodosli dragi gosti,
slomicemo vam kosti" (Benvenuti cari ospiti, vi spaccheremo le ossa) in riferimento ai continui attacchi che gli stranieri hanno subito a Belgrado.
Se un apparato statale getta la spugna davanti alla delinquenza organizzata (perchè gli ultras, 1389, le milizie di partito questo sono) si ha una forte perdita di credibilità, interna ed esterna.
E la Serbia non ne ha bisogno, non adesso.
bella la tua battuta su samopravo ..
complimenti !!
e mi vogliono spaccare le ossicina a me a bg ??
se vado io faccio la manifestazione gay e anche quella antimafia e antidioti..
io ho sempre fatto paura a tutti !!!
ih! ih!
E gli hooligans continuano a divertirsi...
http://www.b92.net/sport/fudbal/vesti.php?yyyy=2009&mm=09&dd=21&nav_id=382571
ho capito..
dove si acquista un kalasmikof ?
essere strega ed avere una scopa non basta piu' al giorno d'oggi !!
Il mitico AK 47, il cui vero nome è Avtomat Kalašnikova obrazca 1947 goda purtroppo non è in vendita libera.
Possiamo chiedere a Riccardo se ce ne può procurare qualcuno, anche se l'esercito italiano ha in dotazione il fucile mitragliatore M16, simpaticamente noto come "il fabbricatore di vedove"...
:)
Inutile cercare l'AK47 originale. Costa troppo e ormai si trova solo in Russia. Con una copia cinese, altrettanto efficente te la cavi con 100 dollari in qualunque mercatino mediorientale (e forse anche più vicino).
:-)
Scherzi a parte.
Condivido tutte le considerazioni di Beppe tranne una. La Serbia è stata sconfitta ma non ha perso la guerra. Quella, alla fine la perderanno i bigotti come hanno perso sempre. La storia per fortuna va avanti, nonostante i nostalgici del fantasma del re Lazar. O almeno speriamo.
grande roberto !!!
bè.. vedo un po' di casino sull'acquisto del kalasmikof
e per un carrarmato ???
io comunque ho la mia vicina di casa che si occupa del rimpatrio delle armi usate dall'afganistan
adesso aspettano una partita di lanciafiamme !!
D'accordissimo con Roberto.
La Serbia ha solo perso una battaglia.
La guerra si vincerà.
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