Kosovo, Marzo 2004
L'anniversario cadeva ieri, ma io ero incerto se scrivere qualcosa a riguardo.
Sto parlando di quanto è successo in Kosovo cinque anni orsono, quando un'esplosione (pianificata) di violenza contro la comunità serba ha lasciato sul campo 19 morti (di entrambe le parti) e oltre un migliaio di feriti (tra cui numerosi poliziotti e soldati del contingente internazionale).
Non sapevo se scriverci sopra qualcosa dicevo, perchè quando si parla di Kosovo non emerge ancora un dibattito sereno, ma si sconfina immancabilmente verso il canovaccio della guerra di religione e dei suoi dogmi, qualcosa che - come sa chi perde un pò di tempo nella lettura di questo blog - non mi appartiene.
Qalche considerazione.
Nel 2004 la comunità internazionale si era impantanata sul Kosovo, tra veti e contrapposizioni di varia natura: la risoluzione Onu n.1244, che aveva sancito la fine del conflitto del 1999, riconoscendo tuttavia la permanenza della provincia sotto la sovranità serba (allora jugoslava) e la leadership albanese che aveva invece imboccato con decisione la strada verso l'indipendenza.
La questione dello status era scomparsa tanto dall'agenda internazionale quanto dal dibattito politico serbo, immobilizzato dentro una transizione senza fine e traumatizzato dall'omicidio Djindjic.
Ancora una volta la faccenda sarebbe stata risolta con la violenza, secondo la stessa logica già vista nei conflitti precedenti: si vince solo con la violenza.
E così è stato, indipendentemente dall'opinione di ciascuno sulla legittimità (o anche solo sull'opportunità politica) dell'indipendenza kosovara.
Quel triste marzo del 2004 ha rappresentato l'ennesimo schiaffo all'Europa, alla comunità internazionale e ai loro tanto sbandierati princìpi.
E non è stato l'ultimo purtroppo.
Sto parlando di quanto è successo in Kosovo cinque anni orsono, quando un'esplosione (pianificata) di violenza contro la comunità serba ha lasciato sul campo 19 morti (di entrambe le parti) e oltre un migliaio di feriti (tra cui numerosi poliziotti e soldati del contingente internazionale).
Non sapevo se scriverci sopra qualcosa dicevo, perchè quando si parla di Kosovo non emerge ancora un dibattito sereno, ma si sconfina immancabilmente verso il canovaccio della guerra di religione e dei suoi dogmi, qualcosa che - come sa chi perde un pò di tempo nella lettura di questo blog - non mi appartiene.
Qalche considerazione.
Nel 2004 la comunità internazionale si era impantanata sul Kosovo, tra veti e contrapposizioni di varia natura: la risoluzione Onu n.1244, che aveva sancito la fine del conflitto del 1999, riconoscendo tuttavia la permanenza della provincia sotto la sovranità serba (allora jugoslava) e la leadership albanese che aveva invece imboccato con decisione la strada verso l'indipendenza.
La questione dello status era scomparsa tanto dall'agenda internazionale quanto dal dibattito politico serbo, immobilizzato dentro una transizione senza fine e traumatizzato dall'omicidio Djindjic.
Ancora una volta la faccenda sarebbe stata risolta con la violenza, secondo la stessa logica già vista nei conflitti precedenti: si vince solo con la violenza.
E così è stato, indipendentemente dall'opinione di ciascuno sulla legittimità (o anche solo sull'opportunità politica) dell'indipendenza kosovara.
Quel triste marzo del 2004 ha rappresentato l'ennesimo schiaffo all'Europa, alla comunità internazionale e ai loro tanto sbandierati princìpi.
E non è stato l'ultimo purtroppo.
1 Comments:
che tristezza
la storia si ripete sempre !
lina
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